Acquistare e consumare prodotti locali non era prima considerata una scelta ma solo qualcosa che le persone facevano perché dovevano mangiare, prima ancora che scegliere fosse un’opzione.
Mangia quello che coltivi, cresci quello che funziona nella tua regione ed ecco che nascono le cucine regionali.
Lo chef pluristellato e premiato italiano Massimo Bottura ha invitato i suoi pari, durante uno dei suoi ultimi meeting, a porre fine allo spreco alimentare trasferendo le loro conoscenze alla generazione successiva, ripartendo dal locale e la cultura per il chilomento zero.
Agricoltura sostenibile, sembra un tema ancora sconosciuto ma di cui si discuteva già nel 1924 quando Rudolf Steiner, filosofo, scrittore e dottore, chiese ad un gruppo di agricoltori le opinioni sull’agricoltura sostenibile, proponendo di ritornare a un modello biologico in cui non fossero utilizzati pesticidi chimici o fertilizzanti. Il suo approccio fece un ulteriore passo in avanti, suggerendo ad una fattoria dell’epoca di essere autosufficiente grazie a letame e cibo per gli animali e al rispetto dei cicli lunari per tutti i lavori agricoli.
Questa è una delle parti più rilevanti del pensiero biodinamico e la differenza visibile con l’agricoltura biologica di cui si discute tanto oggi.
Per questo motivo vi racconto di un ristorante che vanta il primato in Italia per etichette di vino biodinamico e che ha fatto dell’autenticità, della natura e dei suoi prodotti, filosofia di vita, Osteria del portone.
Questo ristorante rappresenta un luogo unico nella realtà di Melegnano, affacciandosi sulla piazza principale che guarda al Castello Mediceo: una targa appesa alle pareti ne attesta la sua storicità, presente sul cuore della cittadina dal 1722 con una locanda con stallazzo a 10 km da Milano, lungo l’antica via Emilia.
Una realtà e tre anime: dalla cucina dell’Osteria Del Portone, a Enò, la cantina accogliente e intima con una selezione importante di vini naturali e a Il Garden, regno dell’aperitivo di qualità e dei cocktail studiati dal barman Dario Di Palma, con un ampio dehor e l’atmosfera lounge all’aperto per il periodo estivo.
Ma ciò che rende davvero speciale questo luogo è il progetto di aprire la storica cantina dell’osteria come enoteca e di farsi portavoce e rappresentanti del manifesto dei produttori Triple A,agricoltori, artigiani, artisti.
Parola d’ordine BIODINAMICA: non vini standardizzati, cioè ottenuti con tecniche agronomiche ed enologiche che mortificano l’impronta del vitigno, l’incidenza del territorio e la personalità del produttore ma vini naturali, sani, rispettosi dell’ambiente e di chi li beve.
Il mondo del vino è più grande ed esteso di quello che si pensi e nonostante non serva essere sommelier per apprezzarne uno buono, bisogna imparare a scegliere. Quando sono arrivata in questo ristorante non immaginavo che sarebbe stata una serata di rinnovamento e cambiamento profondo di cultura, idee e anche di gusto.
Quando la tradizione incontra la creatività dà vita alla magia; nasce così un menù con proposte che variano in base alla stagionalità, ispirato alla storia della cucina italiana, rivisitata con fantasia, eleganza e sapori d’eccellenza.
Da piccola andavo sempre con mio nonno nella nostra casa sull’Etna a raccogliere la frutta e gli ortaggi. Amavo particolarmente il momento della raccolta delle olive con cui avremmo fatto il nostro fantastico olio, perché ogni frutto raccolto era un gesto d’amore di mio nonno, per la propria terra, le proprie tradizioni e per noi, che avremmo avuto in tavola un dono prezioso chiamato natura. Ecco cosa ho pensato quando il bravissimo ed esperto Antonio, padre dello chef del ristorante, Luca Daniotti, mi ha raccontato piatto dopo piatto, etichetta dopo etichetta, il proprio amore per la nostra bellissima storia culinaria e vinicola; amore trasmesso anche da ogni sapore, abbinamento e scelta di prodotti DOC di Luca che, come il padre, mette nelle sue creazioni non solo la passione per il suo lavoro ma anche la volontà di scrivere e raccontare una storia di gusto, fatta di tradizione, artigianalità ed eccellenza del Made in Italy.
Dalla carne al pesce, le proposte del menù, vario e a prova di palati esigenti, rappresentano un’esposizione del patrimonio enograstronomico che rievoca la storia della cucina italiana e dei suoi sapori attraverso la rielaborazione sapiente dell’arte culinaria e dei prodotti dell’agroalimentare italiano.
Ecco qualche piatto che ho provato e che vi consiglio assolutamente:

Il nostro pane, burro e acciughe

Gnocchi neri al profumo di bosco, funghi Porcini, riduzione di zafferano e salsiccia di Bra a crudo

La mia zuppa alle cinque cipolle con baccalà mantecato e polvere di tè nero fumè

Pescatrice alla “Rossini” crema di zucca affumicata e le sue chips

Gamberi, Calamari e acciughe fritte, crema di sedano rapa e cipolla in agrodolce

Gelato al pistacchio

Crostata al cioccolato fondente, crema di zucca, pistacchi e sale Maldon

Tartufi al cocco e cioccolato per accompagnare il caffè
Le bellissime sale interne, accoglienti e ricche di storia, a fare da sfondo alla sinfonia di sapori suonata dallo chef…
Quando andate, chiedete di fare una visita in cantina e farvi raccontare da Antonio il bellissimo progetto Triple A, rimarrete davvero incantati da questo angolo di bellezza e ricchezza di produzione biodinamica. Ecco qualche vino che vi consiglio di provare…
Il mio racconto termina qua…o inizia…
Questa fantastica storia chiama Osteria del Portone vi aspetta in via Conciliazione, 27 – 20077 Melegnano (Milano)
+39 02 9835366
info@osteriadelportone.com
Pranzo Lun – Dom: 12.00-14.30