Oggi mi sono svegliata meno pesante del solito (purtroppo solo metaforicamente); una di quelle mattine in cui pensi “Che bella giornata! Cosa ci faccio ancora qui?!”; una di quelle in cui prendi un treno e vai, cuffie su con il mio amato Stevie Wonder e via verso la mia feeling good day.
Spesso facciamo l’errore di rinunciare a questi momenti, tutti nostri, perché troppo impegnati a cercare l’approvazione degli altri, senza preoccuparci di quella di noi stessi.
Vedo quotidianamente gente accanita con la vita, spenta, triste, troppo concentrata solo ad accumulare, ostinandosi a raggiungere una felicità apparente attraverso rapporti di circostanza dovuti alla paura di star soli, o ad oggetti non necessari ammucchiati in una stanza; ma la felicità non sta dentro ad un armadio pieno di roba costosa o dentro alla vetrina tanto contemplata ogni giorno prima di andare a lavoro; e non starò qui a dire frasi da baci Perugina del tipo “la felicità è accanto a voi anche se non la vedete” o robe simili.
Io dico solo STOP: fermatevi un attimo a riflettere su cosa vi renderebbe felici, ma davvero, senza continuare a commettere l’errore di porre più attenzione nel far credere agli altri di esserlo piuttosto che non cercare di esserlo veramente. La vita è qualcosa di più di una bella macchina, una casa lussuosa e la modella/modello fisicato di turno con cui accrescere la propria autostima ma sicuramente non il proprio intelletto.
Ma voi siete sicuri di voler essere felici? Perché ho come l’impressione che la felicità sia ormai una di quelle cose fuori moda, come le meches in stile Spice Girls (tristezza infinita).
Io ho una vita un po’ fuori dagli schemi e avrei tanti motivi per vivere nel buio, ma nonostante ciò ho deciso di non farlo: la tristezza non mi si addice pur avendo un animo malinconico, ma piuttosto che sopperire a causa di “una serie di sfortunati eventi”, citando il mio caro amico d’infanzia Handler, ho capito che la felicità non è altro che sentirsi liberi di esserlo, a proprio modo e senza prescrizioni; per me è fatta di tutte quelle piccole emozioni, semplici ma indissolubili, che vivo quotidianamente: dall’appuntamento con torta e amiche del sabato, alla prima ecografia della bimba del mio migliore amico, lo scambio della pace a messa la domenica, la Traviata tra le vie della Villa Reale, l’equilibrio interiore dopo mille cadute e discese. Niente aspettative e ricompense, non favole e pentimenti, pianificazioni schematiche e razionalità; ma il vento tra i capelli mentre vai in bici cantando venti volte di fila la stessa canzone, perdonare e dimenticare, l’aria fresca che profuma di libertà dopo una giornata in un bunker di ufficio, sdraiarmi sul prato del mio parco del cuore e stare da sola senza sentirmi sola, poter scegliere tutti giorni chi essere e non lasciare che siano agli altri a farlo; perché in fondo basta così poco per essere felici ed io oggi posso finalmente dire di esserlo.