“Ho scelto di chiamarlo Silos perché in questo edificio veniva conservato cibo, materiale per vivere. Nel mio modo di pensare vestire fa parte della vita” afferma Giorgio Armani in occasione dell’apertura dell’ Armani/Silos al numero 40 di via Bergognone, progetto di restauro e riqualificazione di un ex spazio industriale per la conservazione dei cereali trasformato in pochi di mesi in un ‘museo’ dove lo stilista ha messo in mostra i suoi 40 anni di moda, fatica, soddisfazioni e successi.
Più di 600 abiti e 200 accessori divisi per temi (non in ordine cronologico ma per etnia e ordine cromatico): un viaggio alla scoperta della storia del marchio leader del Made in Italy, attraverso le sue collezioni più innovative e impresse nel tempo.
Armani ha aggiunto che non gli piace definire il Silos come un museo. “Non voglio che questo spazio sia statico; l’intenzione è quella di rinnovare i display con pezzi delle nuove collezioni ogni sei mesi”, ha spiegato.
L’edificio Silos, costruito nel 1950, era in origine un granaio della società Nestlé e, dopo la ristrutturazione, si estende per circa 48.600 piedi quadrati su quattro livelli. Un archivio digitale di schizzi, disegni tecnici e materiali provenienti dalle collezioni del progettista è disponibile al livello superiore, così come un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per i Silos. Una caffetteria e un negozio di souvenir si trovano al piano terra. Vicino il foyer, dopo la facciata di vetro, c’è un tappeto rosso digitalizzato e uno schermo con diversi video di celebrità che hanno indossato i modelli di Armani.
Una grande contributo quello dello stilista che sottolinea l’importanza della riscoperta,”perché la moda, che sembra voler vivere in un eterno presente, deve riflettere su se stessa e le proprie radici al fine di affrontare il futuro. Attraverso questo processo di riflessione, vediamo come la moda accompagna e spesso anticipa importanti cambiamenti sociali, e ricordando ciò che siamo stati in passato può aiutarci a capire quello che potremmo essere in futuro”.
Ecco le foto del mio emozionante pomeriggio al Silos: