Erano gli anni ’90 quando insieme a zeppe, jeans strappati e pettinature alla Beverly Hills, la borsa che più andava di moda era quella da indossare sulle spalle.
Oggi la moda dello zaino sta prendendo sempre più piede, soprattutto tra i viaggiatori. Alternativa funzionale, ma oggi anche estetica, alla classica valigia, questo modo di viaggiare è diventato un trend.
Simbolo dell’Hippie Trail dall’Europa all’Asia già alla fine degli anni ’80, lo zaino del Backpacker è diventato un compagno vero e proprio, parte integrante della propria esperienza di viaggio.
Nonostante la mia sindrome di wanderlust che mi spinge a viaggiare per il mondo senza sosta, con le gambe e con il cuore, ammetto di non essere incline al backpacking.
Quest’anno, consapevole che la mia quotidianità non è l’unica prospettiva da cui vedere le cose, ho deciso di riconsiderare me stessa ed il mio modo di viaggiare partendo dai bagagli e accettando la proposta di Cabin Zero per iniziare una nuova avventura di vita, opportunità perfetta per scoprire questo mondo.
Uno zaino tiffany sulle spalle pieno di voglia di avventure esotiche e via: destinazione Tailandia.
Oggi vi racconto come questo zaino abbia cambiato la mia esperienza di viaggio…migliorandola.
Per il mio viaggio ho scelto il modello
Classic 44L – Ultra light Cabin Bag – Lipe Blue.
Classic 44L
• Volume: 44L
• Peso: 760 grammi (approx.)
• Dimensioni: 55 x 40 x 20 cm
• Composizione esterna: waterproof polyester
• Composizione interna: polyester
• Prezzo: €66.00
È ultra leggero, approvato dalle compagnie aeree come bagaglio a mano e ha un’etichetta di tracciamento che vi racconterò più avanti: tre caratteristiche che ogni viaggiatore ricerca.
Adoro sia il suo design che la sua struttura.
Parola d’ordine “no stress”: il flap frontale si apre quasi interamente e ciò facilita
l’inserimento del contenuto, evitando di intraprendere un incontro di pugilato con il bagaglio.
Realizzato con un materiale impermeabile e molto resistente, è dotato di spallacci rinforzati, schienale anatomico, una fodera per proteggere le cerniere chiuse, una tasca interna a prova di blogger che come me non possono fare a meno del loro portatile e fibbie laterali sganciabili utili a fissare lo zaino e ciò che contiene, evitando sbilanciamenti vari.
Una caratteristica che contraddistingue Cabin Zero dagli altri backpack in commercio è la sua rintracciabilità, come accennato.
Il sistema di tracciamento di ogni zaino consiste in un’etichetta metallica con un codice unico che può essere registrato online.
Se la borsa viene persa e qualcuno inserisce le credenziali o contatta Cabinzero, è possibile risalire al suo proprietario attraverso il suo codice identificativo.
Lo zaino è inoltre corredato di garanzia di 10 anni (aggiornabile gratuitamente a 25
se si clicca like sulla pagina facebook di Cabin Zero).
L’ho già detto, ma una delle caratteristiche principali che vale la pena ricordare
è che la borsa è impermeabile. Niente ombrelli ingombranti o rivestimenti multipli da pioggia che trasformano in un ibrido tra il gobbo di Notre Dame e Shrek: sono rimasta basita quando la prima volta l’ho messo in lavatrice per lavarlo e dopo averlo tirato fuori era totalmente asciutto!
Ho dovuto lavarlo a mano immergendolo in una vasca piena d’acqua per riuscire a togliere lo sporco accumulato durante il viaggio (tra l’altro si è asciugato in meno di una notte, incredibile).
È disponibile in 22 diversi colori e modelli, per tutti i gusti ed esigenze.
Per saperne di più, basta andare sul sito https://www.cabinzero.com.
Usa il mio codice promozionale per i tuoi acquisti: CZMOONLIGHT
Buon viaggio!
Un pensiero su “Cabin Zero mode on: uno zaino a prova d’avventura”