La primavera è sbocciata.
Dalle strade, parchi e giardini, fin dentro Palazzo Morando, dove il maestro delle scarpe, Manolo Blahnik, ha portato i profumi e i colori della stagione che più ha ispirato gli artisti nella storia.
“Joy” è la parola che il designer ha utilizzato per riassumere 46 anni della sua carriera, celebrata a Milano attraverso la mostra “The Art of Shoes” che mette in scena 212 scarpe – selezionati tra più di 30.000 modelli – e 80 schizzi nella location suggestiva del 18° secolo – Palazzo Morando appunto – situato nel quartiere più fashion della città, nei pressi di Via Montenapoleone.
“Faccio tutto questo con immensa gioia”, ha detto Blahnik sulla sua attività, ammettendo che il denaro non è mai stato nella sua mente la molla ispiratrice del suo lavoro.
A cura di Cristina Carrillo de Albornoz , che ha lavorato al progetto per gli ultimi due anni, la mostra intende celebrare l’opera di Blahnik come una forma d’arte, mettendo in evidenza la creatività del designer, la visione e la sua artigianalità.Diviso in sei aree in base al leitmotiv e ispirazioni di Blahnik, la sede comprende la sezione “Gala”, mostrando gli stili più fantasiosi, come quelli ideati per Sofia Coppola nel film ‘Marie Antoinette’.
Le altre sale si focalizzano sui materiali, l’arte, architettura e le molte influenze geografiche che Blahnik ha avuto durante il suo percorso di creazione.
Secondo il progettista, l’ispirazione è qualcosa che non è mai fuori ed è anche uno dei motivi per cui egli non potrà mai seguire le tendenze in corso: << Lascio farlo agli altri, io faccio solo quello che mi piace, io sono un po’ egoista >> ha detto durante una delle sue ultime interviste.
L’area “Nature”, a mio parere la più bella, mostra il pezzo preferito di Blahnik di tutta la selezione; chiamato “Ivy”, il sandalo in pelle scamosciata verde, ispirato ad un giardino botanico, è stato creato nel 1972 per la stilista Ossie Clark.
Blahnik ha inoltre dedicato la mostra ad un altro dei suoi più amati amici italiani: l’editore di Vogue Italia di lunga data, Franca Sozzani, morta lo scorso 22 dicembre.
<<Io l’amavo ed sapevo che era malato, ma non credevo sarebbe andata via così presto”, ha detto, rivelando che la Sozzani stessa gli aveva chiesto di mettere in scena la mostra prima possibile. <<Avrebbe dovuto essere qui oggi … .Questa è la sua mostra>>.
Guardando avanti, il progettista ha rivelato come la sua azienda seguirà un percorso più digitale, concentrandosi sulla piattaforma online, grazia all’influenza di sua nipote Kristina . Nel frattempo, egli continuerà a disegnare e lavorare ad altre collaborazioni, dopo il successo di quelle lanciate nel 2016 con Rihanna e di Demna Gvasalia Vetements , il cui stivale in denim “Boot del pescatore”, fa parte della collezione della mostra.
Milano è solo la prima tappa della mostra itinerante, che si fermerà in altri luoghi importanti per il progettista. Questi includono il Museo di Stato dell’Hermitage di San Pietroburgo, in Russia, dove spesso cerca l’ispirazione; il Museo Kampa a Praga, Repubblica Ceca, che è la casa paterna della sua famiglia e il Museo Nacional de Artes Decorativas a Madrid, per onorare le radici spagnole del progettista. Come capolinea, lo spettacolo si terrà al museo scarpa BATA a Toronto nel 2018.
La mostra di Milano rimarrà aperta fino alla fine della #designweek, il 9 aprile.